Durante la nostra partecipazione agli Automa Smart Grid Days 2024 abbiamo tentato di fornire una chiave di lettura per aggiornare il personale di Protezione Catodica su ciò che si sta muovendo a livello normativo. Qui una sintesi e un leggero ampliamento di quanto presentato.
Introduzione
La Protezione Catodica non è mai stata un’attività semplice, ma in passato era più facile destreggiarsi tra le varie norme, che giravano attorno al criterio dei -850mV rispetto all’elettrodo di riferimento rame-solfato di rame saturo.
Oggi dobbiamo fare i conti con la complessità delle mutue interazioni tra le varie infrastrutture energetiche e di comunicazione, che rendono inattendibile prevedere l’effetto di ogni nostra azione.
Ci ritroviamo nelle stesse condizioni che portarono gli operatori del sottosuolo a dare vita ad APCE: senza collaborazione, senza condivisione di informazioni, avremmo una sequenza di azioni e reazioni, senza arrivare ad una efficace protezione delle infrastrutture.
Questa situazione ha un riflesso sulla varietà di norme sviluppate negli ultimi anni: proviamo a ricostruirne una mappa.
Un tentativo di mappatura
Il punto di partenza è la norma che specifica competenze e attività per il personale di Protezione Catodica, la ISO 15257:2017 ; per garantire la sua validità, i riferimenti ad altre norme al suo interno sono limitati, ma l’elenco dei temi per ogni settore di applicazione rispecchia altrettante norme.
Limitandoci al settore delle strutture metalliche interrate, abbiamo:
- condotte interrate, sezioni immerse che attraversino fiumi, laghi e brevi tratti di mare, atterraggi di condotte sottomarine protetti da un sistema di Protezione Catodica sulla terraferma: se ne occupa la ISO 15589-1:2015
- serbatoi interrati: EN 13636:2004
- fondi di serbatoi: EN 16299:2013
- strutture complesse: EN 14505:2005
- camicie dei pozzi: EN 15112:2022
- moduli interrati: EN 12954:2019
Le norme cardine per le condotte e per le altre strutture interrate e immerse sono la ISO 15589-1 e la EN 12954, che stende la norma ISO alle altre strutture che non siano tubi.
Tali norme, però, partono dal caso ideale di strutture non interferite.
Casi particolari
La realtà operativa è molto più complessa:
- subiamo interferenze in corrente continua dai sistemi di trazione (ferrovie, tram, metropolitane, …): ne parla la EN 50162:2004
- ad esse si sono aggiunte le interferenze da elettrodotti e ferrovie alta velocità, in corrente alternata: ISO 18086:2019
- l’introduzione dei nuovi rivestimenti più performanti e l’aumento delle fonti di interferenza hanno ridotto le tecniche di misura utilizzabili (presentate nella storica EN 13509:2003); diventa sempre più importante saper utilizzare piastrine e sonde; per questo è stata sviluppata la ISO 22426:2020 (non tradotta in italiano)
- la globalizzazione e l’introduzione di nuove fonti e modalità di trasmissione dell’energia ci costringono ad allargare le nostre competenze:
- la ISO 21857:2021 tratta la gestione delle interferenze, integrando alla EN 50162 e alla ISO 18086 una serie di situazioni particolari, come le correnti telluriche prodotte dalle oscillazioni del campo geomagnetico, le correnti mareali prodotte dalle maree oceaniche o le correnti di perdita dei campi fotovoltaici
- la futura ISO 24695 tratterà le interferenze prodotte dalla trasmissione di corrente continua in alta tensione (HVDC), con elettrodotti o cavi interrati
Altre norme recenti o in via di sviluppo riguardano:
- la protezione catodica delle pale eoliche offshore (ISO 24656:2022)
- gli anodi per strutture sottomarine (futura ISO 9351, che prenderà il posto della EN 12496:2013)
- la protezione dalla corrosione delle strutture eoliche offshore (in questo caso verranno trattati anche vernici e rivestimenti, all’interno della futura serie ISO 25249, che sarà suddivisa in 10 parti, cinque delle quali già avviate)
In Italia abbiamo portato avanti la revisione di alcune norme e delle linee guida APCE:
- UNI 10950:2021, sui dispositivi per misura a distanza
- UNI 11094:2019, che integra la ISO 15589-1 per adattarla alla realtà italiana
- UNI 10835:2024, in via di pubblicazione, su caratteristiche di anodi e dispersori
Cosa ci aspetta
Altre norme italiane da revisionare sono:
- UNI CEI 8:1997, sugli alimentatori di protezione catodica
- UNI 10428:1994, sui drenaggi unidirezionali
Una richiesta molto impegnativa, inoltre, è arrivata dalla Commissione Europea, che ha richiesto la revisione di tutte le norme EN per verificare che tengano conto di tutto il potenziale impatto che potrà avere il cambiamento climatico nei prossimi decenni. Inoltre sia a livello ISO/IEC sia a livello CEN/CENELEC le nuove norme dovranno tenere conto delle differenze (fisiologiche, di ruolo, …) tra donne e uomini.